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La condivisione dell’ascolto di oggi è tratta dal libro di, Fausto Manara, intitolato “Un angolo tutto per me. Le belle sorprese della solitudine”.

Fausto Manara è psichiatra e psicoterapeuta. Vive e lavora a Brescia, dove è professore di Psichiatria alla facoltà di Medicina e Chirurgia e dirige il Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Azienda Ospedaliera locale. Ha pubblicato oltre 150 lavori scientifici su riviste italiane e internazionali ed è autore di cinque volumi scientifici e di dieci saggi divulgativi pubblicati dall’editore Sperling e Kupfer.

“ A tutti capita di sentirsi soli, di provare quel senso di abbandono o di vuoto che a volte ci coglie anche quando siamo in compagnia, magari di persone care. E’ una sensazione che molti vivono con angoscia e, per non esserne sopraffatti, tentano di contrastarla immergendosi nel lavoro o negli hobby, mescolandosi tra le gente in una strada animata o in un locale affollato, cercando un contatto in una chat, facendosi catturare dai programmi televisivi e, persino, ricorrendo all’alcol o ad altre sostanze. Espedienti deboli che ci portano molto lontano dai nostri veri desideri e, in più, non pongono alcuna premessa per creare relazioni autentiche con il nostro prossimo. Ma che cosa ci fa paura della solitudine e perché ci comunica quelle sensazioni negative? Con la chiarezza e il tono amichevole che gli sono propri, Fausto Manara ci invita a guardare questo sentimento con altri occhi, rinunciando all’illusione di cercare all’esterno un surrogato della completezza che non troviamo in noi. Potremo così scoprire che , per essere buoni compagni di noi stessi – come anche per vivere legami significativi con gli altri- , occorre superare il timore di guardarci dentro, di fare i conti con le scelte compiute e aprire tutte le porte del rapporto con la nostra interiorità e con le qualità che ci appartengono, alle quali talvolta non diamo il dovuto rilievo. In questo lavoro delicato e impegnativo, la solitudine si rivelerà, sorprendentemente, una preziosa alleata della qualità dell’esistenza. Abitata dal silenzio e dalla quiete, amica del riposo e del raccoglimento, la riconosceremo allora come l’angolo tutto nostro, nel quale è possibile ritrovare tutto il nostro, nel quale è possibile ritrovare la parte di noi soffocata dalle regole e dai “ si deve” che spesso sentiamo imposti. La vivremo, insomma, come il luogo in cui dare libertà alle emozioni più profonde e alla creatività, in cui esercitare la capacità di introspezione e di progettare i cambiamenti di vita, coltivando i desideri più autentici”:

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